Anziani e cadute: il tallone d’Achille della terza età
Gli anziani, custodi di affetti e figure centrali nel modello familiare italiano con l’invecchiamento sono chiamati a confrontarsi con nuove sfide, tra cui il rischio di cadute e fratture.
Oggi in Italia ci sono circa 14 milioni di persone con più di 65 anni. Entro il 2050 questo numero salirà a ben 19 milioni1. Non solo aumenterà il numero totale degli anziani, ma crescerà anche il numero di quelli che vivranno da soli. Le stime indicano che nel 2041 circa 10,2 milioni di anziani si troveranno in questa condizione, rispetto agli 8,5 milioni del 2021.Una platea particolarmente esposta a “uno dei quattro giganti della geriatria”2: la frattura del femore. Ogni anno in Italia sono infatti circa 120.0003 le persone, over 65, che cadono subendo questo tipo di incidente: principalmente nella fascia d’età tra gli 80 e gli 89 anni (59%), soprattutto donne e in larga parte affetti da fragilità ossea4 con tassi, e complicazioni associate, che aumentano sensibilmente con l’età e raddoppiano nelle persone con più di 75 anni5.
“Le cadute sono molto frequenti nell’anziano e aumentano con l’aumentare l’età” – afferma il Professor Giuseppe Sergi, direttore Geriatria dell’Azienda Ospedale-Università di Padova – “Il 30% della popolazione anziana cade almeno una volta all’anno e, tra questi, oltre il 50% cade più di una volta all’anno; questo comporta un elevato rischio di fratture con tutte le conseguenze che ne derivano.”
Si tratta di fratture che sfociano, nella maggior parte dei casi, in un intervento chirurgico che è cruciale avvenga entro le 48 ore dall’infortunio per la migliore e più rapida ripresa6. 90 minuti sono la durata media di un’operazione per la ricomposizione della frattura cui si associano terapie di recupero, assistenza domiciliare e terapia riabilitativa (spesso sostenuta privatamente per circa 1 anno per una spesa di circa 1,2 miliardi l’anno7. A livello europeo, il costo complessivo da traumi da caduta8 arriva a oltre 20 miliardi di euro l’anno.
In un paese con i dati e il trend sopra indicati, si intuisce come il problema stia diventando sempre più sistemico e di grande impatto anche sulle famiglie poiché le ripercussioni di una possibile caduta impongono cambi di abitudini e ritmi e spesso la presenza di badanti al fianco di una persona che, prima dell’incidente, era perfettamente autonoma.
A questo quadro poco roseo si aggiunge poi il fatto che una volta caduta, una persona anziana ha il doppio delle probabilità di cadere di nuovo. A causa della paura di farsi male nuovamente, si muove meno perdendo forza muscolare. Aumento della sedentarietà e possibile depressione conseguente portano poi purtroppo a esiti infausti entro i due anni dalla caduta nel 40% dei casi.
Prevenzione della frattura del femore, chiave per l’autonomia
“Forti dell’esperienza Dainese nel proteggere sportivi come Valentino Rossi in pista, in D-Air Lab – la start-up fondata da Lino Dainese e dedicata alla protezione delle persone nella vita quotidiana – ci siamo domandati: è più pericoloso toccare i 350 all’ora in moto sul rettilineo del Mugello o perdere l’equilibrio in casa quando hai 75 anni e soffri di osteoporosi? Da questa considerazione siamo partiti con lo sviluppo di FutureAge, un dispositivo che, applicando lo stesso principio utilizzato negli ambiti sportivi ovvero la protezione del corpo attraverso l’aria, potesse assicurare protezione da uno dei maggiori rischi nella terza età: la caduta e la frattura del femore negli anziani. Un modo per tutelare una platea di persone sempre più ampia e, con loro, anche le loro famiglie” spiega Marcello Bencini, Executive Director di D-Air lab.
FutureAge restituisce la serenità di una vita attiva prima o dopo una caduta.
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Fonte:1) ISTAT, 2) Istituto Superiore di Sanità, 3) Otodi 4) SIGG, 5) ISS, 6) IRCCS Ospedale San Raffaele, 7) Università di Firenze, 8) EU Falls Festival