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Rischio lavori in quota: da che altezza bisogna valutarlo

Nel settore dell’edilizia, della manutenzione e in molte altre attività lavorative, il tema della sicurezza in quota è centrale.
Capire da che altezza bisogna valutare il rischio è essenziale non solo per proteggere i lavoratori, ma anche per rispettare la normativa in materia di sicurezza sul lavoro.

In questo articolo vedremo cosa si intende per lavori in quota, da che altezza bisogna valutare il rischio, quali sono i principali pericoli e come prevenirli con soluzioni innovative come WorkAir.

Cosa sono i “lavori in quota”

Secondo l’articolo 107 del D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro), i lavori in quota sono “le attività che espongono il lavoratore al rischio di caduta da un’altezza superiore a 2 metri rispetto a un piano stabile”.

In pratica, parliamo di interventi su tetti, ponteggi, impalcature, balconi o superfici inclinate — ovvero tutte le situazioni in cui una perdita di equilibrio o una disattenzione può avere conseguenze gravi.

È utile distinguere tra:

  • Lavoro in quota → ha un limite normativo preciso (oltre i 2 metri);
  • Lavoro in altezza → è un concetto più generico, riferito a qualsiasi attività sopraelevata.

Approfondisci il tema leggendo l’articolo: Lavoro in quota e lavoro in altezza: differenze e DPI corretti

Lavori in quota: da che altezza bisogna valutare il rischio?

La normativa stabilisce che qualunque attività svolta a un’altezza superiore ai 2 metri rispetto a un piano stabile richiede la valutazione del rischio di caduta dall’alto.

Quindi, per rispondere alla domanda “nei lavori in quota, da che altezza bisogna valutare il rischio?”, la risposta è semplice: da oltre 2 metri.

Tuttavia, anche al di sotto dei 2 metri, la valutazione del rischio è obbligatoria se sono presenti condizioni che aumentano il pericolo, come:

  • superfici instabili o inclinate,
  • aperture, dislivelli o ostacoli,
  • condizioni meteo avverse (pioggia, vento, ghiaccio).

Il concetto di piano stabile si riferisce a qualsiasi superficie sicura su cui il lavoratore si muove, come pavimenti o piattaforme.
In sintesi: la soglia dei 2 metri è il riferimento minimo, ma la sicurezza deve sempre basarsi su una valutazione reale del rischio.

I principali rischi nei lavori in quota

Tra i rischi più comuni che si possono incontrare nei lavori in quota troviamo:

  1. Caduta dall’alto – il pericolo più grave, spesso dovuto a perdita di equilibrio o assenza di protezioni.
  2. Sospensione inerte – dopo una caduta, il lavoratore può rimanere appeso all’imbracatura con rischio di shock ortostatico.
  3. Effetto pendolo – oscillazione dopo la caduta che può causare urti contro strutture.
  4. Urti e lesioni secondarie – impatti contro materiali, caduta di oggetti o cedimenti di superfici.
  5. Condizioni ambientali avverse – vento, pioggia o superfici scivolose aumentano il rischio.

WorkAir: l’airbag più usato per proteggere i lavoratori in altezza

Tra le soluzioni più innovative per aumentare la sicurezza nei lavori in quota, c’è WorkAir, l’airbag progettato per proteggere i lavoratori in caso di caduta.

Si tratta di un DPI sviluppato per ridurre e prevenire lesioni gravi alla schiena e al torace, in caso di caduta con impatto al suolo o con effetto pendolo.

WorkAir si indossa come un normale gilet, è leggero, comodo e dotato di sensori che rilevano in tempo reale movimenti anomali o perdite di equilibrio. In caso di caduta, l’airbag si attiva automaticamente in pochi millisecondi, creando una barriera protettiva attorno al corpo del lavoratore.

A differenza dei sistemi anticaduta tradizionali, WorkAir:

  • non limita la libertà di movimento;
  • si integra con imbracature e linee vita;
  • è ideale anche nei lavori in quota attorno ai 2 metri, dove manca un punto di ancoraggio fisso.

Scegliere WorkAir significa investire nella sicurezza e nella tecnologia, proteggendo chi lavora ogni giorno in condizioni di rischio.

Contattaci per avere maggiori informazioni su come WorkAir può migliorare la sicurezza sul lavoro in quota nella tua azienda.